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Recensione: Slipstream (PS4) – OutRun 2022 fa una vera ondata di schizzi

Recensione: Slipstream (PS4) - OutRun 2022 fa una vera ondata di schizzi

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A metà degli anni ’80, il veterano dei videogiochi Yu Suzuki si recò per un breve anno sabbatico in giro per l’Europa, alla ricerca di sfondi esotici per l’elegante successo arcade, OutRun. Quasi tre decenni dopo, i caratteristici cieli blu e gli oceani scintillanti della serie sono diventati una specie di sottogenere da corsa; proprio come WipEout, c’è un nuovo gruppo di sviluppatori indipendenti, tutti motivati ​​a creare nuovi titoli ispirati dalla loro giovinezza.

Slipstream, sviluppato da un solo autore brasiliano, è OutRun in tutto tranne che nel nome. La modalità principale, Grand Tour, ti vede scivolare ad angolo retto attraverso una piramide di sfondi glamour, dalle tentacolari colline color smeraldo ai parchi nazionali dorati. Lungo la strada dovrai affrontare eccentrici rivali, uno dei quali è un morto per Bob Ross, mentre ti muovi nel traffico e ti precipiti verso la prossima destinazione. Non c’è cambio di marcia qui, solo un sistema slipstream che vede aumentare significativamente la tua velocità massima quando stai quasi toccando la ruota posteriore di un altro automobilista.

Ci sono una manciata di auto diverse da guidare, ognuna con parametri diversi da padroneggiare, e puoi usarle nella modalità Gran Premio più incentrata sui giri, che ripropone le posizioni del gioco principale e le trasforma in circuiti. Una bella ruga qui è che puoi scegliere tra stock car o un sistema di aggiornamento, in cui guadagni denaro in base alla tua posizione in ogni gara, che puoi quindi utilizzare per personalizzare i parametri della tua auto come desideri. Il multiplayer a schermo diviso, così come una manciata di altre modalità novità, come una modalità Battle Royale ispirata all’eliminazione, completano un generoso elenco di opzioni.

Il gameplay è fantastico, con le suddette derive di 90 gradi che richiedono di ballare delicatamente sulle levette analogiche, e c’è un ritmo fulmineo nell’azione che induce la trance. Il design principale del percorso non è particolarmente ispirato – stai scivolando o andando dritto, con poche variazioni intermedie – ma le tracce qui non dovrebbero competere con il Nurburgring: questa è pura nostalgia, con sintetizzatori roventi e scanline opzionali. È un’ode allettante per un’era senza tempo di piloti arcade, e riteniamo che anche lo stesso Yu Suzuki sarebbe orgoglioso di mettere il suo nome.

  • Splendida estetica retrò
  • Meccanica di deriva soddisfacente
  • Ampia gamma di modalità
  • Colonna sonora rovente di synth
  • Non esattamente originale
  • Alcuni piccoli intoppi del telaio

Buono 7/10

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Copia di revisione fornita da Ansdor